“Cultura compassionevole che si nutra di riforme legali e progressi sociali per rendere questo mondo un luogo giusto per tutte le creature viventi”.
Partiamo da qui. Analizziamo la precedente frase, con un particolare focus sull’ultima parte “per rendere questo mondo un luogo GIUSTO per TUTTE le creature viventi”.
Se ci soffermiamo a pensare quanto questo mondo sia giusto per tutte le creature viventi, le immagini che ci scorrono nella mente sono pressoché terrificanti: acque devastate dalla plastica, foreste che bruciano, bracconaggio e caccia illegale per il puro ed insensato divertimento di persone che di giusto non hanno nemmeno il diritto di camminare su questa terra, ma soprattutto animali sofferenti. Sofferenti a causa dei cambiamenti a cui sono soggetti, cambiamenti purtroppo sbagliati, malsani, distruttivi per la loro specie ed autodistruttivi per la nostra.
Ma facciamo un passo indietro nella storia, torniamo al 1925 quando un gruppo di attivisti tedeschi, il cui promotore era lo scrittore ed editore Heinrich Zimmerman, organizza un evento per la sensibilizzazione sulla protezione degli animali in tutto il mondo.
Era il 1925 e questa iniziativa trova seguito inizialmente solo nei Paesi del Nord Europa, sino a quando nel 1931, a Firenze, durante un Congresso internazionale sulla protezione degli animali, viene stabilita una data universale, il 4 Ottobre, nel giorno della festa di San Francesco, santo patrono degli animali proprio perché, come narra la leggenda, aveva la capacità di parlare con loro.
Ebbene, sono passati ben 90 anni e purtroppo siamo davanti ad una triste realtà; le condizioni del pianeta sono drasticamente deteriorate.
Secondo il rapporto GEO (Global Enviromental Outlook) dell’UNEP ( United Nations Enviroment Programme), giunto nel 2020 alla sua sesta edizione, le attività antropiche stanno distruggendo l’ambiente ad un ritmo tale da mettere in pericolo le fondamenta ecologiche della società.
Le attività antropiche, vorrebbe dire tutte le attività svolte dall’essere umano. Solo questo dovrebbe farci riflettere. Pressione demografica, sviluppo economico, rapida urbanizzazione, accelerazione dell’innovazione tecnologica, sono tutti “capisaldi” per il nostro sviluppo come specie, ma sono soprattutto causa di aumenti di emissioni di anidride carbonica e di altri gas serra che portano all’aumento della temperatura globale, si stima che negli ultimi anni la temperatura sia aumentata tra i 0,8° e i 1,2°, stiamo parlando degli 8 fra i 10 anni più caldi registrati.
I comportamenti umani hanno quindi avuto molti impatti, lasciatemelo specificare, purtroppo negativi sulla biodiversità, sull’atmosfera, sugli oceani, sull’acqua, sul territorio e sul suolo.
Non possiamo più fare affidamento sulla pratica del “Grow now, clean up later” è necessario, è di vitale importanza attuare dei significativi cambiamenti nel nostro modo di vivere.
Il quadro dipinto nelle oltre 700 pagine del rapporto GEO-6 è decisamente sconfortante, il messaggio che riporta è chiaro e definitivo: senza alcuna azione protettiva nei confronti di Madre Natura, nel 2050 andremo incontro a milioni di morte premature.
Purtroppo questa “profezia”, soprattutto per quanto riguarda il regno animale, si è già verificata. Secondo il Living Planet Report 2018, un rapporto del WWF che ogni due anni fa il punto sulla situazione della fauna selvatica terrestre, in 40 anni abbiamo causato una perdita di vertebrati simile alle estinzioni di massa.
I numeri sono spaventosi, dagli anni ‘70 ad oggi il nostro consumo prepotente ed in piena “esplosione” di terre e risorse, ha causato un assottigliamento medio del 60% dei vertebrati; Il documento ha rilevato, nel periodo tra il 1970 e il 2014, perdite medie del 60% nelle popolazioni di mammiferi, pesci, anfibi, rettili e uccelli, una percentuale allarmante che per gli autori dell’analisi rende necessario istituire, in nome della tutela della biodiversità, accordi internazionali simili a quelli presi sul clima.
Ovviamente, per non smentirsi, anche le conclusioni del Living Planet Report 2020, sono da brividi; affermano che è la prima volta nella storia della Terra che una singola specie, l’Homo sapiens, esercita un impatto così forte sul pianeta.
E’ necessario correre ai ripari ed al più presto!
Fortunatamente il 14 luglio un faro si è acceso nella notte buia dell’UE; ed è il Green Deal, un piano stillato a punti, atto a fronteggiare i cambiamenti climatici e il degrado ambientale che sono appunto una minaccia enorme per l’Europa e il mondo.
Fra questi punti esiste infatti una strategia ad hoc per la biodiversità per il 2030; è un piano completo, ambizioso e a lungo termine per proteggere la natura e invertire il degrado degli ecosistemi ed inoltre, nell’ambito di questo piano, la Commissione proporrà obiettivi vincolanti di ripristino della natura entro la fine del 2021.
E’ quindi chiaro che qualcosa si sta muovendo, ma è anche necessario che noi, nel nostro piccolo, manteniamo uno stile di vita rispettoso nei confronti del nostro amato Regno Animale.
“Puoi conoscere il cuore di un uomo, già dal mondo in cui egli tratta gli animali”
– Immanuel Kant –